domenica 12 maggio 2019

sabato 11 maggio 2019

Giovani Monarchici

S.A.R. Emanuele Filiberto, Principe di Piemonte e Venezia ha accettato la Presidenza Onoraria del progetto politico, istituzionale e culturale “Giovani Monarchici”.
Tale progetto nasce a Milano su iniziativa del giovane Simone Balestrini.


giovedì 9 maggio 2019

9 Maggio 1946

Umberto di Savoia diventa Re d’Italia
Il 9 maggio 1946 Vittorio Emanuele III abdica a favore del Principe Ereditario Umberto, che assume il titolo di Re d’Italia con il nome di Umberto II. Nello stesso giorno davanti al Quirinale, a Roma, si raduna una folla inneggiante il nuovo Sovrano talmente imponente da riempire la piazza antistante la reggia.
Umberto II diventa Re d’Italia dopo aver svolto il ruolo di Luogotenente generale del Regno, carica che assunse il 5 giugno 1944. Nel biennio successivo il Principe Ereditario darà prova di essere un saggio reggitore dello Stato agendo esclusivamente nel supremo interesse della nazione.
Ne sono sintesi due provvedimenti adottati durante la Luogotenenza :
il primo riguarda il voto esteso alle donne, stabilito il 31 gennaio 1945 con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n° 23 del 1° febbraio 1945 che sancisce definitivamente il suffragio universale, perfezionato in seguito con l’eleggibilità delle donne ricorrendo al successivo Decreto n° 74 del 10 marzo 1946 Norme per l’elezione dei deputati all’Assemblea Costituente.
corredo non sfugge il Decreto-Legge Luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151con il quale si stabilisce alla fine della guerra l’elezione di un’Assemblea Costituente a suffragio universale al fine di promulgare la nuova Carta Costituzionale.
Con riguardo a quest’ultimo provvedimento il 16 marzo 1946 verrà emesso il D. L.vo Lgt n°98. Integrazioni e modifiche del decreto legge luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151 in base al quale il popolo viene chiamato a decidere mediante referendumsulla forma istituzionale dello Stato. 
Consentaneamente a ciò occorre tuttavia precisare che non parteciparono alla competizione né la Venezia Giulia né l’Alto Adige. Né tanto meno un paio di milioni di italiani tra reduci, profughi ed epurati. Peraltro, a causa della disorganizzazione, mancarono di essere recapitate tre milioni di tessere elettorali.
Nonostante ciò, una volta svolto il referendum, l’affrettato annuncio della vittoria repubblicana, complice il ministro dell’Interno Romita, fornendo solo il numero complessivo dei voti validi, ed omettendo invece quello delle schede annullate, dette l’avvio ad una serie di polemiche e contestazioni.
La Corte suprema, per accertarne la legalità, avrebbe dovuto esaminare tutte le schede, sommando ai voti validi anche quelli nulli, procedendo poi all’eventuale proclamazione. Successe invece che il 10 giugno 1946 la Corte di Cassazione procedettenella sala della Lupa a Montecitorio alla proclamazione dei risultati del referendum istituzionale […]. Dopo la lettura dei risultati elettorali, il presidente della Corte, G. Pagano […], concluse: << La Corte […] emetterà in altra adunanza il giudizio definitivo sulle contestazioni, le proteste e i reclami […]. L’adunanza è tolta >>. 
In altre parole la Corte di Cassazione si limitò a prendere atto dei risultati numerici, senza proclamare la repubblica, decisione assunta anche in virtù del disposto normativo riguardante l’espressione “elettori votanti” prevista dalla legge del 16 marzo 1946. L’articolo 2 della legge stabiliva, infatti, che avrebbe vinto la parte a favore della quale si sarebbe pronunciata la maggioranza degli elettori votanti.
Il gesto rivoluzionario del governo che pretese di assumere il potere nominando De Gasperi capo provvisorio dello Stato il 12 giungo 1946, costrinse il Re a lasciare l’Italia nel tentativo di evitare ulteriore spargimento di sangue ed a vivere in esilio il resto della vita fino al 1983, quando si spense in una clinica a Ginevra con la parola Italia sulle labbra e senza che le istituzioni repubblicane acconsentissero al Suo rientro in Patria per trascorrere gli ultimi giorni che Gli restavano da vivere.

D.G. Truscello




mercoledì 8 maggio 2019

Emanuele Filiberto risponde ai neoborbonici: «Ritroviamoci per fare del bene»



«Stimato prof. de Crescenzo, ringraziando la giornalista che mi ha intervistato, questa era la vera ragione della mia presenza a Napoli: pregare in occasione del Miracolo di San Gennaro e presenziare a una cena di beneficenza per la creazione di un Banco Alimentare.....continua qui

sabato 4 maggio 2019

Visita a Napoli di S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto - 4 Maggio 2019

Visita a Napoli di S.A.R il Principe Reale Emanuele Filiberto
Principe di Piemonte e Venezia

Il Principe in occasione della sua visita alla città Partenopea, che diede i natali a S.A.R. Il Principe Vittorio Emanuele e S.M. il Re Vittorio Emanuele III, ha partecipato alla celebrazione del rito del sangue di San Gennaro, ha visitato la scuola militare della Nunziatella.
Inoltre ha presenziato ad una cena di beneficenza per la creazione di un Banco Alimentare per i quartieri di Pizzofalcone e Pallonetto, in collaborazione con il Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano e l'Ordine di Malta.

Di seguito alcuni momenti della visita, e in particolare l'incontro con il Vescovo.

Si ringrazia il Delegato Magistrale della Campania, comm. OSSML nob. avv. Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula, per aver gentilmente fornito le foto dell'evento.




  


Visita alla Scuola Militare Nunziatella