giovedì 5 ottobre 2017

Ginevra:

Capitolo Generale 2017 degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia

Si è celebrato a Ginevra il Capitolo Generale degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, avvenimento fondante delle milizie equestri sabaude. Il 29 settembre, dopo la riunione del Consiglio, si è svolta l’assise plenaria dei delegati alla presenza del suo Presidente, S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, e del Gran Cancelliere, S.E. Johannes Niederhauser, Cavaliere dell’Ordine Supremo della SS.Annunziata: nel corso della riunione fra i vari argomenti trattati inerenti la vita degli Ordini la presentazione del nuovo sito internet degli Ordini e del volume che raccogli i saggi redatti per la solenne circostanza dei 1500 anni di fondazione dell’Abbazia di San Maurizio. Il giorno successivo presso il salone delle feste del Grand Hotel Intercontinental ha avuto luogo la rimessa protocollare dei diplomi e delle decorazioni dell’Ordine al Merito di Savoia e dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro: al suono della Marcia Reale, inno del Regno d’Italia fino al 1946, e preceduto dal suo stendardo ha fatto ingresso S.A.R. il Principe di Napoli e Duca di Savoia, Vittorio Emanuele, Gran Maestro degli Ordini, seguito dalle LL.AA.RR. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, la Principessa Maria Pia di Savoia, primogenita di S.M. il Re Umberto II, e il Principe Sergio di Jugoslavia, dalle LLEE il Gran Cancelliere, il Gran Priore Mons. Paolo de Nicolò, Vescovo di Mariana in Corsica e Reggente emerito della Prefettura della Casa Pontifici e il Gran Tesoriere. Fra gli insigniti si notavano l’on. Alberto Lembo, il C.V. Ugo d’Atri, presidente dell’INGORTP, il dott. Stefano Di Martino. Conclusasi la cerimonia il Principe Emanuele Filiberto ha illustrato le iniziative adottate nel 2017 a favore di istituzioni ed enti assistenziali e religiosi: fra le più importanti quella per la ricostruzione del Centro parrocchiale Madonna delle Grazie di Norcia, l’assistenza ai bambini della Bielorussia, la Mensa dei Frati Cappuccini di Bergamo, l’Associazione italiana sindrome di Pitt Hopkins, l’Ospedale missionario di Matany in Uganda. Non sono mancate le iniziative finalizzate al restauro di opere d’arte, come quella del simulacro della Madonna Immacolata di Palazzolo Acreide e del quadro dell’Estasi di S.Caterina della chiesa di S.Maria Maggiore in Firenze. La giornata ha visto infine svolgersi il tradizionale gala di beneficenza.

Domenica 1 ottobre gli insigniti si sono mossi per pellegrinaggio all’Abbazia di San Maurizio d’Agauno nel Vallese: fondata nel 515 d.C. da San Sigismondo, primo Re cristiano di Borgogna, sul luogo ove la tradizione aveva collocato il martirio del legionario tebano e dei suoi compagni nel 287 d.C., divenne subito luogo di pellegrinaggi e sede delle cerimonie di incoronazione dei sovrani burgundi. Nel 1032 il Vallese veniva concesso a Umberto Biancamano dall’imperatore Corrado II: con l’assunzione della dignità di abate laico tra il 1103 e il 1147 da parte di Amedeo III di Savoia si istituzionalizzarono i vincoli fra l’Abbazia e la dinastia sabauda, che spesso scelse fra gli abati ecclesiastici i suoi consiglieri. Amedeo III nel 1128, su richiesta di Sant’Ugo, vescovo di Grenoble, rinunciava al dominio diretto sull’abbazia, ordinava la restituzione di possedimenti ingiustamente alienati e la riformava sostituendo i canonici regolari a quelli secolari facendo adottare la regula di Sant’Agostino. Nel 1136 Innocenzo II pose il monastero sotto la diretta protezione della Santa Sede e nel 1245 Amedeo IV riconosceva e confermava all’Abbazia i diritti di cancelleria e notariato. Fin dai primordi l’abbazia fu destinataria di preziosi doni come il cofanetto merovingio di Teuderico (VII secolo) e l’acquamanile carolingia detta “di Carlomagno”; l’opera più importante del tesoro abbaziale è il reliquiario detto di San Maurizio, ricavato da un antependium che Umberto III di Savoia commissionò per sostituire una tabula aurea, donata al padre, Amedeo III, per finanziare la sua partecipazione alla Seconda Crociata. L’età moderna vedrà Casa Savoia perpetuare la devozione all’Abbazia con l’invio di elargizioni e di preziosi doni: ex multis l’ostensorio di Santa Apollonia e il busto di San Vittore, recanti lo scudo sabaudo, il pastorale detto di Felice V, donato da Amedeo VIII (eletto Pontefice nel 1439 con quel nome) assieme a due candelieri con incise le sue armi. Ultima testimonianza della devozione della Dinastia sarà il dono nel 1557 da parte di Emanuele Filiberto quale ex voto di una splendida statua equestre di San Maurizio: oggetto di oreficeria in argento (parte sbalzato e parte fuso) mostra il martire con l’armatura e munito di lancia su un cavallo coperto da un gualdrappa di parata. Pur sottratta l’Abbazia nel XVI secolo ai domini sabaudi, per riaffermarne la vicinanza della dinastia Vittorio Amedeo II nel 1728 concedeva agli Abati la dignità ereditaria di cavalieri dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e riceveva sotto la sua protezione il monastero. Nel 1973 Umberto II, ricorrendo il quarto centenario dell’istituzione dell’Ordine di Santi Maurizio e Lazzaro, vi celebrerà un solenne convegno degli insigniti e farà coniare per l’occasione una medaglia commemorativa. S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, dopo la riforma degli Statuti dell’Ordine, ha voluto che la parte conclusiva dei Capitoli generali si svolgesse nell’Abbazia. Il solenne rito, esaltato dalla corale polifonica della Madonna del Pilone di Torino, è stato officiato dal Gran Priore, assistito da numerosi sacerdoti insigniti in abito corale: dopo il corteo dei cavalieri e delle dame degli Ordini Dinastici in abito da chiesa, il Gran Maestro con LL.AA.RR. il Principe Emanuele Filiberto, la Principessa Marina, la Principessa Maria Pia e il Principe Sergio di Yugoslavia, e il Gran Cancelliere, ha preso posto sul lato destro dell’altare maggiore, mentre gli stalli dell’antico coro venivano riservati ai componenti della Giunta, del Consiglio e ai delegati: al termine della Santa Messa il Gran Priore ha impartito la benedizione apostolica del Sommo Pontefice. Conclusasi la funzione è seguito un momento di convivialità alla presenza della Famiglia Reale, alla quale è stato rinnovato dai numerosi presenti un vivo tributo di devozione e di affetto (Francesco Atanasio).