L’11 agosto 1900 si svolse nell’aula del Senato la cerimonia del giuramento. Dalla tribuna Reale pendeva un grande tappeto di velluto nero. Prima di giurare, il Re, in divisa di generale con fascia nera al braccio, salutò militarmente la Regina Elena in lutto. Assistevano Francesco Crispi con gli occhiali azzurri, quasi cieco, e Giovanni Giolitti, in palandrana nera, arrivato a piedi come al suo solito. Quindi, in piedi, rivolto ai senatori e deputati, il nuovo Re pronunziò il discorso della corona che suscitò generali consensi nell'opposizione che non si aspettava un appello tanto conciliante e con molti accenti nuovi. Infatti il Re, nel suo discorso, (e non quello redatto dal Primo Ministro Saracco) non lasciava spazio a dubbi, riguardo la sua determinata volontà a cambiare rotta in direzione di una monarchia estremamente vicina popolo e non ingerente delle questioni di governo. Il Re d’Italia Vittorio Emanuele III concluse con una esortazione che non mancò di allarmare il campo conservatore, già disorientato dalle novità annunciate:
“Signori Senatori, Signori Deputati, il mio primo pensiero è per il mio popolo, ed è pensiero di amore e gratitudine...
A noi bisogna la pace interna, la concordia di tutti gli uomini di buon volere per svolgere le nostre forze intellettuali, le nostre energie economiche. Educhiamo le nostre generazioni al culto della patria, all'onestà operosa, al sentimento dell’onore. Raccogliamoci e difendiamoci con la sapienza delle leggi e con la rigorosa loro applicazione. Monarchia e Parlamento procedano solidali in quest’opera salutare…”
La storica incisione (cm 90x70) fu realizzata da Serafino Speranza (1862-1911) importante disegnatore e incisore italiano e raffigura il nuovo Re d’Italia Vittorio Emanuele III in alta uniforme con le insegne e il collare dell’ordine della Santissima Annunziata, nel giorno del suo giuramento.
Il calco dell’incisione è conservato a Roma presso la Reale calcografia.
Franco Di Guardo
(Collezione Privata)